VIGO: AI CONFINI DEL VECCHIO CONTINENTE Volunteers say

Riflessioni a due mesi dall'arrivo...

Se la vostra idea di Spagna è sole, spiaggia e sangria preparatevi a rimanere delusi o piacevolmente sorpresi da questo breve racconto!

Mi chiamo Elena e mi sono trasferita da Milano spinta dalla curiosità di far parte di un progetto di inclusione sociale con alla base i principi dell’economia circolare e del riciclo nelle sue più svariate declinazioni. Ed è così che a fine ottobre sono arrivata a Vigo, una cittadina affacciata sull’Oceano Atlantico e dal fascino decadente come tante sue consorelle marinare, in Italia e non, il cui benessere è stato legato per molti anni alla pesca e all'industria conserviera. 

Mi trovo dunque in Galizia, la regione più verde della penisola iberica, questo spettacolare paesaggio ci è dato dalla pioggia, abbondante e ahimè frequente, lo strumento tipico che accompagna balli e canti tradizionali è la cornamusa (si avete letto bene!), qui chiamata gaita e in alcuni casi gli abitanti della zona si autodefiniscono celtas, per gli appassionati di calcio da qui deriva direttamente il nome della squadra! 

Non fatevi però scoraggiare, il meteo “britannico” non influisce tanto quanto si potrebbe pensare sullo spirito delle persone, sorridenti e accoglienti proprio come le viuzze del casco vello, in cui scoprire ogni volta una taverna diversa o un nuovo murales.

Insomma dopo i primi due mesi dal mio arrivo posso dire non solo di star scoprendo quotidianamente un nuovo mondo, ma grazie al progetto in cui sono stata accolta di avere trovato anche una nuova famiglia. Il mio timore di intralciare il lavoro di quattro meravigliose persone che hanno scelto di dedicare la propria vita professionale all'aiuto di persone che stanno attraversando le più svariate difficoltà, è scomparso non appena ho avuto modo di conoscerli; qui alla Fondazione Sociale Emaús c’è così tanto da fare, e da imparare, che mi sono subito sentita nel posto giusto al momento giusto. Qui sento che anche il gesto più piccolo, fa parte di un progetto di sostegno più ampio, che fa davvero la differenza per chi lo riceve.

Ogni cosa conta, che sia il laboratorio di decorazioni natalizie fatte con materiali di riciclo per i bambini, aiutare un’anziana signora a sbrigare incombenze burocratiche o partecipare al coro del quartiere con l’obiettivo di far conoscere persone dai diversi background. Sono come tanti semi che stiamo piantando con la volontà di far fiorire una società più inclusiva e accogliente per tutti e non solo in una città in quella che nei secoli passiti veniva considerata alla fine del mondo, ma sono certa che tra undici mesi il mio bagaglio di ritorno sarà ricco di strumenti da poter utilizzare in qualunque posto approderò.