MTV in Turchia Blog dei volontari

23/01/2013 Arianna Tagliaferri

Eccomi qui a raccontare la mia esperienza di questa estate: quasi due mesi in Turchia, in un centro di permacultura e yoga. Un posto isolato, lontano dal rumore, dalla fretta e dal caos che viviamo quotidianamente noi occidentali. Patika è immersa nella natura e nel silenzio. Ogni giorno era accompagnato dal canto delle cicale e dallo scorrere del sole che ogni sera salutava tutti con dei tramonti spettacolari sul mare.
L’inizio è stato un po’ difficile, il turco è una lingua diversissima dall’italiano e allo stesso tempo il mio inglese era povero quindi la difficoltà di comunicazione pesava. Dopo un mese ho iniziato a parlarlo un pochino meglio e a sentirmi più a mio agio.
Le giornate iniziavano di prima mattina, sveglia alle 6 30 per fare yoga alle 7. Pensavo di fare fatica ad alzarmi così presto perché mi definisco una vera e propria dormigliona, in realtà dopo pochi giorni già mi ero abituata. E’ molto bello fare yoga in gruppo a quell’ora del mattino, si respira un’energia sana ed è come ricaricarsi per tutto il giorno.
Le attività che svolgevo erano quasi tutte in cucina: aiutare a preparare i pasti, apparecchiare e sparecchiare, lavare i piatti ecc… A volte si aggiungevano lavori manuali di vario tipo durante il giorno. Ho conosciuto tanti volontari di diverse parti del mondo, io ero una delle poche a rimanere due mesi, quasi tutti restavano per una quindicina di giorni. Con due ragazze in particolare mi sono trovata benissimo e tutt’ora ci stiamo sentendo tramite e-mail con il roposito di rivederci l’estate prossima se riusciamo a conciliare ferie e impegni vari.
La cucina era ottima, sana e vegetariana. Durante il pomeriggio avevo qualche ora di tempo libero e si poteva raggiungere il mare a piedi percorrendo un sentiero. Alla sera si poteva ammirare un cielo stellato come non avevo mai visto prima.
Non scorderò quello che ho vissuto a Patika, ho affrontato la mia timidezza e sono partita per sperimentare e conoscere una realtà diversa, per mettermi in gioco, per dare e ricevere allo stesso tempo e così è stato. Un’esperienza che mi rimarrà sempre e che mi ha convinto a ripartire, stavolta per un’esperienza più lunga, di 9 mesi in Messico, dove mi trovo ora.