Volontariato: la tappa di un viaggio e la scelta del bagaglio giusto Blog dei volontari

08/09/2020 Carla Filannino

Precisamente un anno fa, nel Settembre 2019, iniziava il mio viaggio a Barcellona: ho vissuto il mio progetto di volontariato di 10 mesi nel dipartimento di comunicazione dell’Asociación Mundus, un ONG spagnola che si occupa di mobilità internazionale.

“Ciao! Mi chiamo Carla, ho 28 anni e sono volontaria nel dipartimento di comunicazione dell’Asociación Mundus a Barcellona.”

Precisamente un anno fa, nel Settembre 2019, iniziava il mio viaggio a Barcellona: ho vissuto il mio progetto di volontariato di 10 mesi nel dipartimento di comunicazione dell’Asociación Mundus, un ONG spagnola che si occupa di mobilità internazionale.
Da quel momento, ho ripetuto la presentazione con cui ho iniziato questa testimonianza moltissime volte. Ho iniziato parlando in inglese, pian piano tutte le parole sono state sostituite dallo spagnolo. Aumentavano le esperienze che vivevo come aumentava tutto ciò che ho appreso nel corso dei mesi.

Sono rientrata in Italia due mesi fa e ancora sento vive tutte le emozioni che mi hanno accompagnato in questa esperienza così intensa.
A fine giugno, preparavo valigie e scatoloni per lasciare Barcellona e tornare qui nella mia città, Trani.
Tra gli scatoloni e le valigie, ho conservato con cura una borsa che mi è stata regalata il primo giorno di volontariato.
Mi piace molto perché è una sacca con un disegno che rappresenta una lista della spesa. In altro una domanda dice “What do you choose?” - Cosa scegli? E segue una lista di valori come l’amore, l’inclusione, il femminismo, l’interculturalità, la diversità, la tolleranza, la giustizia.

Vorrei usare questa borsa per descrivere cosa ha significato per me il volontariato europeo, Corpo Europeo di Solidarietà.
Tutti i valori e le azioni che sono in quell’elenco credo siano propri del volontariato e ogni giorno li ho sperimentati durante il mio progetto.
Lavorare nel dipartimento di comunicazione mi ha permesso di vivere la sfida di raccontare quanto sia bello superare i nostri confini e quindi i nostri limiti, quanto sia importante ascoltare le storie degli altri, quanto sia bella la diversità.
Lavorare in una ONG che si occupa di mobilità internazionale mi ha permesso soprattutto di conoscere progetti in grado di costruire un futuro migliore: progetti che puntano a creare sviluppo in altri continenti, progetti che aiutano migranti a costruire un futuro in Europa e progetti per i giovani che cercano il primo impiego nel difficile mondo del lavoro.
Ho anche avuto la bellissima opportunità di insegnare italiano ad alcuni ragazzi e alcune ragazze che vivranno un’esperienza di tirocinio qui in Italia.
Tuttavia, la cosa più importante è stata riflettere su chi sono e chi voglio essere. Il volontariato per me è stata la prima esperienza all’estero e vorrei proprio ricordarla come una tappa fondamentale di un viaggio che rappresenta tutta la mia storia. In questa tappa ho capito qual è il bagaglio giusto per continuare il viaggio nella direzione che ci piace di più.

Mi piace pensare alla borsa che mi hanno regalato il primo giorno di volontariato come al bagaglio ideale: grazie all’esperienza che ho vissuto è piena dei valori che voglio portare con me per le prossime tappe del mio futuro. Valori propri del volontariato che ora fanno parte della mia vita.
Per ora sono rientrata in Italia però con in mente il desiderio di segnare altre tappe in giro per l’Europa. I volontari arrivati a Molfetta mi aiutano a far maturare questo desiderio e a farmi sentire ancora “in viaggio” e parte ci questa storia dai “larghi confini” che è il volontariato europeo.