Friburgo dove sei? Blog

Prima di fare domanda per lo SVE ero a conoscenza dell'esistenza di Friburgo: da qualche parte in Germania, forse a nord, magari a sud, ma che dico al centro. Ora che ci sono da 3 mesi esatti esatti, ho anche imparato che è una città di grande bellezza, dal cui centro è possibile raggiungere la Foresta Nera in pochi minuti di cammino, o varcare i confini di Svizzera e Francia con circa un'ora di treno. L'aria è pulita, forse perché molti dei suoi abitanti si muovono in bicicletta, o forse perché ad ogni angolo vedi spuntare un albero. Sicuramente, abituato a Firenze, pur bella ma caotica, qui sembra di essere atterrati in un mondo ecologico parallelo, in cui madri e padri trascinano dietro la loro progenie accoccolata nella mini-roulotte multicolore agganciata alla bicicletta facendo ritorno nelle loro case ecologiche. Ma la città ha anche il suo bel da fare con gli studenti universitari, che non si fermano neanche davanti alle notti invernali; saranno i molti pub e café dalle diverse atmosfere, o sarà forse il fatto che Friburgo è la città più calda della Germania, ma anche d'inverno si possono incontrare persone che si spostano, a piedi, in bici o in tramvia, seguendo le direttrici principali della vita notturna. E non troveranno forse grandi discoteche, ma piuttosto luoghi con musica, suonata o registrata, e buona birra.

Sono venuto in Germania e sono tornato bambino. Lavoro in un asilo, all'interno di un centro che comprende anche abitazioni per persone anziane, disabili o con altre difficoltà, situato a pochi minuti a piedi dal centro. All'interno del centro vivo anch'io, ho il mio appartamentino, di tutto rispetto, con un bagno, una cucina e un ampio vano che si divide in area giorno e area notte. E un terrazzino, sul quale mi piace stare, con l'aria pigra, nei giorni di sole. La mia casa è proprio sopra a dove lavoro, e questo all'inizio mi sembrava quasi uno svantaggio; tuttavia, ora che mi accorgo che mi posso svegliare pochi minuti prima dell'inizio dell'orario di lavoro senza fare ritardo, be'.. credo che questo sia stato per me un argomento sufficiente a farmi cambiare idea. Nell'asilo ogni giorno è una sfida, ma una bella sfida, perché con i bambini c'è sempre da imparare, sia con la lingua che rispetto al modo in cui è meglio relazionarvisi. Mi sento di riuscire abbastanza bene, anche se ovviamente nessuno è immune dagli errori; l'importante è saper essere aperti ai consigli, perché le persone che mi sono vicine qui, al lavoro, sanno capire quando sono in difficoltà, o quando ho qualche dubbio posso semplicemente chiedere ed ottenere una risposta. La cosa più bella è poter imparare, e sapere di poter sbagliare, perché poi dall'errore nascerà una nuova consapevolezza.

Ma EVS vuol dire anche conoscere tante persone. Per cominciare, cercate di entrare in contatto con gli altri volontari nella vostra zona, è sempre bene avere la possibilità di scambiarsi le impressioni su ciò che si sta facendo. Continuate poi cercando di fare amicizie autoctone: non sarà facile all'inizio, ma ognuno di noi ha risorse e interessi particolari che può sfruttare, non vi scoraggiate! Infine, inoltre, lasciatevi sorprendere dagli altri volontari sparsi un po' per tutta la Germania che conoscerete nei seminari EVS: troverete di sicuro buone amicizie, e un divano pronto ad ospitarvi in molte città del paese.

E l'ultimo consiglio che vi posso dare è di cercare di imparare un po' la lingua prima di partire, almeno l'essenziale, perché, anche se non fondamentale, vi faciliterà sicuramente un po' la vita! E non dimenticate che avrete giorni belli e giorni brutti, perché in fondo la vita, anche sul divano comodo di casa nostra, nella nostra città, non è sempre al massimo ogni giorno, ma non per questo non vale la pena di essere vissuta. E per questo vi dico, fossi in voi io partirei. E l'affermazione ha un certo valore, detta da qualcuno che l'ha fatto. Coraggio e tirate giù la valigia dall'armadio.

Federico Fusco, volontario EVS presso Concept Maternel, Friburgo (Germania) - 9 mesi