Danimarca nel cuore: un anno di SVE. Blog

09.07.2016 Lisa Parisi

Ciao a tutti!!!
mi chiamo Lisa e qualche mese fa ho terminato la mia esperienza di volontariato all'estero in Danimarca. Un anno intensissimo e ricco di emozioni.

La sera prima di recarmi all'aeroporto per prendere il mio volo solo-andata con destinazione Copenhagen, mentre stavo finendo di riempire la mia gigantesca valigia, ricordo di essermi chiesta: “stai partendo per la Danimarca...Sei sicura??????” (ovviamente non sono riuscita a dare una risposta convinta e positiva... un po' di timore c'era, ma penso sia normale quando stai per intraprendere una nuova avventura). Un anno dopo, mentre mi trovavo sul volo di ritorno diretto a Milano, ricordando quella domanda, con un sorrisino stampato in faccia e un po' di tristezza nel cuore, mi sono detta: “Sì, fare questo SVE è stata una delle decisioni migliori della mia vita!!!”
Ho svolto il mio SVE in una living-community di nome Hertha, dove ragazzi con disabilità vivono in un villaggio(ambiente protetto) a stretto contatto con famiglie comuni, che hanno deciso di stabilirsi lì e condividere degli ideali e uno stile di vita comunitario. Hertha si trova a 15 km circa da Aarhus, la seconda città per grandezza della Danimarca. Il villaggio è fondato sulla filosofia steineriana ed è basato sul lavoro di gruppo in alcuni workshop, per la precisione sette: la fattoria, l'orto biodinamico, il panificio, il caseificio, la sartoria, la cucina e la lavanderia. A grandi linee, il mio compito principale era quello di affiancare i ragazzi e gli operatori nel lavoro di tutti i giorni (per quanto mi riguarda, principalmente nell'orto ed in fattoria) e poi partecipare alla vita comunitaria del villaggio, sia con i ragazzi che con le altre famiglie che vivevano lì – spesso venivano organizzate feste, cene comunitarie, incontri, corsi, serate a tema, ecc e, sempre molto liberamente, potevamo decidere noi volontari cosa fare e cosa no.

Al mio arrivo in Hertha ho trovato un gruppo di persone meravigliose che mi hanno accolta e fatta sentire a casa fin dal primo giorno. Tutti gentilissimi e disponibili. Da subito sono rimasta affascinata dalla cultura e dallo stile di vita danese, anche se con la lingua ho avuto parecchie difficoltà..........Ma questo non mi ha impedito di trovare tanti nuovi amici, sia tra i ragazzi della comunità (cercando soprattutto all'inizio canali di comunicazione alternativi, come gesti e disegni ) che tra gli operatori e le persone che abitavano nel mio villaggio (in Danimarca più o meno tutti parlano un buon inglese). Ho trovato una grande e nuova famiglia (che spero di rivedere presto)!

Durante questo anno di SVE ho imparato tantissimo: ovviamente sulla disabilità e sulla diversità, ma anche sugli stili di vita sani, sul cibo, sulle coltivazioni biodinamiche, sul lavoro in una fattoria, sulla Danimarca, ecc... Ho tantissimi nuovi hobbies, tra cui i più particolari probabilmente sono l'intaglio del legno e l'uncinetto, cose con cui non mi ero mai rapportata prima.
Ma ci sono anche altre cose che ho imparato da tutti i ragazzi e dagli operatori della comunità, giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, come ad esempio essere più empatica, più paziente, più umile, più tollerante, più flessibile, più coraggiosa, più felice! Tutte cose che penso mi abbiano aiutato a diventare una persona migliore! Posso veramente percepire che, durante questo anno, qualcosa è cambiato dentro di me: ho iniziato ad ascoltarmi di più e a capire meglio la mia vita, i miei desideri, ma anche la mia famiglia, il mio mondo e probabilmente anche la realtà in generale. Ho lasciato l'Italia con tanta voglia di mettermi in gioco e rendermi utile e, finita l'esperienza, tutto quello che ho imparato e mi sono portata via nel mio “bagaglio”, mi ha ampiamente ripagata per tutti miei sforzi. Ogni tanto ovviamente ho avuto anche io qualche giornata No, ma penso che anche quelle facciano parte di queste esperienze all'estero, perché il tener duro e trovare il modo di affrontarle e superarle ti fortifica e ti fa prendere coscienza dei tuoi limiti e, di conseguenza, delle tua capacità.

Quindi, se anche tu stai pensando di fare un progetto SVE, il mio consiglio è: VAI!!! METTITI IN GIOCO!!! Cerca il progetto che fa per te (ovviamente deve essere un ambito che ti interessa) e fai domanda. E se ti rispondono “picche”, ringrazia che ti hanno risposto (visto che spesso non ti calcolano neppure) e non demordere, compila altre domande e vedrai, che prima o poi, arriverà anche il tuo turno! (parlo per esperienza: ho perso il conto di quante e-mail ho inviato nel corso degli ultimi anni...ah, non fare il mio errore, non limitare troppo l'area o l'ambito – io all'inizio ho fatto domanda solo per Irlanda ed Inghilterra nell'ambito disabilità, ma è difficilissimo essere selezionati visto la quantità spropositata di richieste -, tieni aperte diverse opzioni sia per quanto riguarda il dove e il cosa).

Prendete in mano la vostra vita, prendete in mano il vostro futuro!

In bocca al lupo a tutti!
Lisa

P.s: approfitto anche di questa “breve” condivisione della mia esperienza per ringraziare Novella, la responsabile per Inco dei progetti SVE in partenza, per tutto il sostegno e il supporto pre-durante-dopo questa mia esperienza danese! Grazie di cuore :)